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Carolla, La gioia di essere cristiani. Lettere ai catechisti/1
Nella Chiesa che verrà non si potrà più chiamare ‘catechesi’. Perché questo termine è evocativo di un modello che nel tempo attuale non solo non incide più nel vissuto, ma produce rifiuto e rigurgito. Basta fare due parole con qualsiasi catechista dalla Sicilia alla Val d’Aosta per avere l’amara conferma. Il Covid, da questo punto di vista, ha disvelato una criticità della prassi pastorale tutt’altro che secondaria: che la fede è sinonimo-sintesi della Messa celebrata (e così richiesta nello specifico delle esequie in forma trasversale dalla gente). Parafrasando la dei martiri di Abitene (ed erano tempi diversi) tanto citata nel tempo del lockdown (senza la domenica non possiamo vivere), adattandola…