Filosofia,  Società,  Solitudine

Pennisi, L’ottava solitudine. Il cervello e il lato oscuro del linguaggio

La parte più importante del corpo, il cervello, esperisce invece uno stato di solitudine che tutti gli individui provano ogni giorno: è il discorso interiore, una solitudine involontaria e sistematica, uno stato che impegna almeno la metà del nostro tempo mentale e consuma un’enorme quantità di energia. 

Antonino Pennisi è professore ordinario di Filosofia del linguaggio nel dipartimento di Scienze cognitive dell’Università di Messina.

Con la prestigiosa casa editrice Il Mulino pubblica questo saggio facendo luce sul funzionamento di questa inedita facoltà di rimuginazione solitaria e sulla sua origine evolutiva, una facoltà grazie alla quale possiamo progettare le soluzioni più adatte alla sopravvivenza quotidiana, che si tratti di comprendere il rapporto tra essere e tempo o di trovare i soldi per pagare le bollette della luce.

“In questo volume – scrive l’Autore nell’Introduzione – vorrei tuttavia dimostrare che tale duplice atteggiamento nei confronti della solitudine – la necessità di rifugiarvisi o di rifuggirne – non nasce nelle nostre cronache contemporanee, non è un piagnisteo da boomer, ma si tratta, al contrario, di un’esigenza sempre presente nella storia della cultura. E che questa universalità culturale della solitudine nasce, a sua volta, dalla biologia del cervello umano: per sua natura interiore e linguistica”.

Il testo è suddiviso in 3 parti per un totale di 11 capitoli:

PARTE PRIMA. LA SOLITUDINE PSICOLOGICA
PARTE SECONDA. LA SOLITUDINE BIOLOGICA
PARTE TERZA. L’OTTAVA SOLITUDINE

“Per chi non appartiene alla generazione dei millennials e a quelle successive – evidenzia l’Autore – la risposta può sembrare facile: non solo è sensato parlare di solitudine ma è necessario farlo. Chi è vissuto in tempi in cui il principale desiderio era quello di nascondere la propria vita privata per poterla realizzare appieno ha il dovere di insegnare la virtù discreta della solitudine. Fermarsi ad ascoltare in silenzio il linguaggio interiore, ciò che abbiamo da dire a noi stessi, in primo luogo, è un esercizio cognitivo da cui non possiamo esimerci per salvaguardare la salute mentale e la ricerca della felicità. Ma per i nati digitali questa ovvietà può non essere scontata”.

Antonino PennisiL’ottava solitudine. Il cervello e il lato oscuro del linguaggio, Bologna, Il Mulino, 2024, pp. 192, € 22,00.