Nervo, Il silenzio nella città. Esperienze di eremitaggio urbano
Nella bandella di destra di questo libretto c’è scritto che Juri Nervo da anni lavora con il disagio in vari ambiti: scuola, carceri e ospedali.
Questa sola riga mi ha convinto ha iniziare a leggerlo, di filata.
Pubblicato con la casa editrice Edizioni Messaggero Padova in queste 106 pagine vi sono disseminate 53 domande che Juri Nervo fa a se stesso, da tempo, e le condivide a chi prende in mano questo tascabile.
Se pensi di trovare delle riflessioni su che cosa sia il silenzio, allora non leggerlo. Cerca altrove.
Invece, se hai desiderio di scoprire come si muove il silenzio e perché se ne parli, allora – forse – puoi trovare una sosta su questo libretto.
Più che una recensione, questa, mi nasce come un rilancio a Juri Nervo, a sua moglie Luciana e alle persone che vivono con loro in Via Paolo Borsellino, 3, 10138 a Torino.
A questo indirizzo civico, il 3 (interessante e curioso questo numero!) c’è l’Eremo del Silenzio dove vive l’Autore di queste pagine.
Quando ho terminato di leggerle, congedandomi con le semplici parole di sr. Cristina Cattaneo priora del monastero Cottolenghino San Giuseppe di Torino, ho chiuso il libretto e guardando fuori dalla finestra ho cercato di avvertire il vibrato che ha abitato per anni questa struttura in Via Paolo Borsellino, 3, perché prima dell’Eremo vi era un carcere.
Grida, rabbia, frustrazione, sopraffazione, chiavi, sbarre, cibo sul carrello, docce comuni, parlatori, campetto, ora d’aria, avvocati, guardie, sbarre.
Poi un giorno arrivi alla stazione di Torino Porta Nuova e/o all’aeroporto di Torino e vedi che la libertà non la fa il luogo, ma la persona in carne ed ossa.
A Juri Nervo che ringrazio per avermi scritto di questo suo libretto, a sua moglie Luciana e alle persone che abitano in Via Paolo Borsellino, 3, 10138 a Torino lascio questa immagine: l’icona simbolo dell’Eremo in mezzo a due luoghi noti.
Concordo con Juri Nervo quando scrive che “non amo la cultura del mattone, del costruire nuovi spazi”. Ecco, l’icona dell’abbraccio l’ho innestata in questi due luoghi dove al loro interno vi sono numerosi spazi vuoti senza costruirne di altri, spesso con con un cartello affittasi locale.
Se un giorno transito per Torino stazione o aeroporto e appiccicato al vetro di una saletta posta tra la gelateria e il negozio di cellulari vi vedrò l’icona dell’abbraccio, sarà il segno che qualcuno da Via Paolo Borsellino, 3 ha deciso di passare alcune ore della settimana ad ascoltare i silenzi soffocati delle persone con la valigia a rotelle che, vedendo quest’immagine dell’abbraccio, si domandano: e qui cosa vendono?
Nulla.
Qui si regala ascolto, tempo, pazienza, una sedia, due orecchie, ascolto senza giudizio.
Non tutti se la sentono, o non sono pronti o forse non vogliono, di fermarsi in Via Paolo Borsellino, 3, 10138 a Torino e di venire all’Eremo del Silenzio.
Però ciascuno e ognuno ha fame e sete di trovare qualcuno sul quale inciampare mentre sta attendendo il treno o la chiamata del volo.
Questo auguro a Juri Nervo e all’Eremo.
L’Eremo del Silenzio: una pietra d’inciampo anche altrove da Via Paolo Borsellino, 3. Piccole succursali del silenzio narrato.
Non è una recensione come le altre. L’Autore e il lettore avranno misericordia…
di GR.
Juri Nervo, Il silenzio nella città. Esperienze di eremitaggio urbano, Edizioni Messaggero Padova, 2023, pp. 106, € 10,00.