Aquilino, Intorno al fuoco nel buio
La fiducia non è solo nelle parole, ma nella carne.
La stima non ha la casa dove vorresti, ma dove non t’aspetti.
La maturità non veste firmato prevedibile, ma calza l’impensabile.
Aquilino Salvadore (nome d’arte Aquilino) è nato a Tradate (VA). Ha pubblicato sia romanzi per adulti che libri per bambini e ragazzi con le maggiori case editrici italiane, alcuni tradotti in coreano, russo, ucraino, portoghese, spagnolo. Drammaturgo, scrive testi sia per ragazzi sia per adulti. Ha vinto numerosi premi. Conduce laboratori di teatro e di scrittura creativa.
La qualificata casa editrice Lapis edizioni pubblica questo testo narrativo che merita di essere sfogliato da genitori sfiduciati, da educatori disillusi, da formatori disarmati.
“Ben – scrive l’Autore – scoprì che la sosta a casa sarebbe stata breve. Doveva solo preparare un trolley preparato dalla madre, che lo aspettava sulla soglia di casa, a braccia aperte come sempre”.
Di cosa parla questo libro?
Ben è il protagonisti di questo testo e ha 15 anni.
È chiuso e arrogante: una bomba a mano che non riesce nemmeno a esplodere. I suoi genitori non sanno come prenderlo. Lui vorrebbe solo che sparissero. Una mattina suo padre lo mette su un pullman e lo saluta con pochissime parole: «Questa non è una vacanza. È una scuola di vita. Sono sicuro che al tuo ritorno avrai tante cose belle da raccontarci. Addio».
Ben finisce in un istituto per ragazzi con disabilità. Insieme a un educatore, Demetrio, deve occuparsi di Carlotta, Achille, Gilda e Milo. Escono tutti insieme, con la prospettiva di un pomeriggio tranquillo, ma improvvisamente la situazione precipita: due sconosciuti litigano con Demetrio e lo feriscono.
Perché leggere questo testo?
Perché la realtà supera la narrazione dell’Autore e la narrazione dell’Autore affonda la sua penna nella realtà.
Ben, si legge nel testo, prenderà il furgone e fugge con i ragazzi, inseguito dagli aggressori. Seguono momenti concitati: l’adrenalina della fuga, uno scontro a fuoco, l’oscurità di un bosco di notte. I ragazzi sono in difficoltà: Carlotta non smette di protestare, Gilda fatica a stare al passo, Achille non è autonomo e Milo sembra sempre sul punto di rompersi. È il coraggio di Ben a trascinare tutto il gruppo fuori dal pericolo. Nel buio di quel bosco, una consapevolezza inaspettata lo illumina: quei ragazzi indifesi si fidano di lui. Il figlio difficile e tenebroso si è fatto amico attento, protettivo e affettuoso. Dove prima c’era il vuoto, ora c’è un ponte. Per la prima volta, con un alfabeto sconosciuto, Ben e i ragazzi stanno comunicando davvero.
Crescere un figlio significa pensarlo e vederlo anche oltre le mura di casa.
La soglia dove Ben è atteso dalla sua mamma è quella soglia che è un bene che ci sia in ogni relazione educativa.
Educare non è sinonimo di perfezione.
Educare è voce del verbo permettere alle parole di trafiggerti la carne viva del vissuto.
Solo così se ne assapora il gusto profondo.
E chi mangia tale carne vissuta sarà capace di stare in questo mondo – non in uno ideale nella mente di chi educa, genitore, professore, prete – con la schiena drizzata dalla vita stessa e illuminata da luci inedite e inaudite. Di bene.
Aquilino Salvadore, Intorno al fuoco nel buio, Roma, Lapis Edizioni, 2022, pp. 179, € 12,00.