Ryrie, Il senso di non credere. Una storia emotiva del dubbio
Bergoglio nel febbraio 2021 all’interno di un libro intervista dice: “Può la fede crescere di pari passo con il dubbio? Succede perché siamo umani, e la fede è un dono talmente grande che, quando lo riceviamo, non riusciamo a crederci. Sarà una cosa possibile? Il diavolo ti mette i dubbi, poi la vita, poi le tragedie: perché Dio permette questo? Ma una fede senza dubbi non va“.
E nel 2019 incontrando una parrocchia a Roma disse: “Ho avuto tanti dubbi, di fronte a calamità, per esempio, ma anche davanti a cose che sono successe nella mia vita. Come ne sono uscito? Non ne sono uscito da solo, non si può uscire da soli dal dubbio per questo è importante avere sempre degli amici, un gruppo e parlare con Gesù“.
Ho letto con interesse questo testo scritto da Alec Ryrie, pastore anglicano e storico del cristianesimo, docente di Storia della cristianità a Londra.
È un libro serio. Come serio è il dubbio e l’ateismo, come serie sono le persone dubbiose e atee.
“La mia posizione è quella di un credente con un debole per l’ateismo“.
Con UTET pubblica questo testo che, a mio avviso, intercetta un’ampia fascia di persone in Italia, in un contesto dove la privatizzazione di dio con la d minuscola, non per sminuire la divinità, ma per evidenziare la sua profilazione che la donna e l’uomo di oggi non identificano primariamente con il Dio di Gesù di Nazareth, ma con ciò che sente interiormente.
Nel leggere il testo l’Autore auspica, con onesto parlare che “credenti e atei possano capire meglio come la miscredenza si sia trasformata da una sensazione intuitivamente impossibile a una intuitivamente ovvia per molti, e come, durante il matrimonio lungo e travagliato tra dubbio e fede, entrambi i coniugi si siano influenzati a vicenda più di quanto vogliano ammettere. Se volete comprendere l’ateismo e la religione – scrive l’Autore citando John Gray – dovete dimenticare la popolare idea che siano contrapposti. La mia intenzione – prosegue Ryrie – è ricordare a marito e moglie – ovvero ad ateismo e religione – fino a che punto i loro destini sono stati intrecciati e quanto devono l’uno all’altra, non in ultimo perché si dicano disposti a dialogare e pronti ad ascoltarsi di nuovo“.
Il testo è strutturato in 6 capitoli:
1° L’età del sospetto.
2° La Riforma e la battaglia per credulità.
3° La commedia dell’ateo.
4° L’ateo puritano.
5° Cercare la fede e perderla.
6° L’abolizione di Dio.
“Nello scrivere una storia emotiva dell’ateismo – prosegue l’Autore – non voglio sostenere che l’ateismo sia irrazionale. Voglio sostenere che gli esseri umani lo sono. Ai credenti voglio dire: abbiate presente che l’ateismo e il dubbio sono argomenti seri“.
Alec Ryrie, Il senso di non credere. Una storia emotiva del dubbio, Milano, UTET, 2020, pp. 300, € 23,00.