Caleffi, Si fa presto a dire fame
Quest’opera è un monito a vigilare affinché la tragedia dell’Olocausto non si ripeta.
Piero Caleffi (1901-1978) è stato un politico, partigiano e scrittore italiano. Attivo antifascista, fu deportato a Mauthausen. Dopo la guerra, divenne senatore e ricoprì vari incarichi governativi. Fu anche presidente dell’ANED, l’Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti.
La qualificata casa editrice Ugo Mursia Editore pubblica il presente testo a ventiquattro anni Piero Caleffi è già segretario della Federazione socialista di Mantova, che dirige sino al 1926.
“Caleffi – scrive nella Prefazione Ferruccio Parri – non impreca; il suo senso di umanità lo induce a comprendere anche i suoi aguzzini e lo trattiene dal condannare gli uomini. Colpevoli i regimi, che scatenano a loro difesa la ferocia cieca, stritolatrice dei corpi e – colpa ancor più grave – delle anime”.
Caleffi milita poi nell’organizzazione genovese del Partito d’azione. Nel 1930 e nel 1936 è arrestato per attività sovversiva. Nel settembre del 1943, Caleffi entra a far parte della Law, la prima missione alleata inviata dagli inglesi in Italia.
Con altri azionisti, organizza un servizio informazioni sui movimenti delle truppe d’occupazione tedesche, s’industria a mandare in Svizzera prigionieri alleati, organizza i collegamenti con le prime formazioni partigiane. Nell’agosto del 1944, a Milano, è scoperto e arrestato. I nazisti lo deportano a Mauthausen.
Sopravvive e, tornato in patria, racconta la sua tragica esperienza in questa toccante testimonianza scritta nel 1954, in cui parla delle atrocità subite e cerca di comprendere il fenomeno e la logica dei campi di sterminio nella politica di Hitler.
Piero Caleffi, Si fa presto a dire fame, Milano, Ugo Mursia Editore, 2024, pp. 250, € 17,00.