Lomellini, Non si tratta con i terroristi
Aprire negoziati per la liberazione degli ostaggi o per sfuggire agli attentati, vuol dire mostrarsi deboli e induce a credere che il terrorismo funziona.
Valentine Lomellini è professoressa associata presso l’Università di Padova, dove insegna Terrorism and Security Cooperation. Èstata insignita per le sue ricerche della Medaglia del Presidente della Repubblica nell’ambito del Premio Spadolini.
Con la qualificata casa editrice Laterza pubblica questo testo spiegando che, in realtà, con i terroristi si tratta e anche piuttosto spesso. Dal terrorismo anarchico fino a Gaza.
“Quando scrivo queste pagine – scrive l’Autrice nella Premessa – le immagini degli attentati terroristici si susseguono sugli schermi. In particolare, i fotogrammi di uno dei più recenti – quello del 7 ottobre 2023, contro Israele. Non sappiamo con esattezza quanti sono ancora i sequestrati nelle mani di Hamas. Ostaggi ancora vivi o corpi esanimi in ostaggio. Sappiamo invece che sono circa 38.000 le vittime dell’attacco militare di Israele contro i territori della Striscia di Gaza; non conosciamo, invece, quante saranno alla fine del conflitto, perché quella fine ancora non si intravede. Tu, da che parte stai? Sei solidale con gli ostaggi israeliani, la cui sorte è sconosciuta? Partecipi ai cortei filopalestinesi e chiedi la creazione di uno Stato palestinese che vada “dal fiume al mare”? Non ti interessa per niente la questione, perché tanto è lontana nello spazio e produce morte e devastazione da prima che tu nascessi? È davvero necessario decidere da che parte stare, se non – semplicemente – contro ogni genere di violenza? E se ci fossi tu, tra quegli ostaggi? E se tuo fratello o tua sorella fossero stati trucidati in una strage?”.
Il testo è strutturato in 6 capitoli.
Negoziare con i terroristi è eticamente sbagliato. Ma non tutto ciò che è eticamente giusto è politicamente efficace. Già a partire dai primi attentati anarchici alla fine dell’Ottocento, gli Stati di tutto il mondo si sono trovati ad affrontare la questione, scegliendo in genere la linea della fermezza.
Eppure, a ogni nuova ondata terroristica, l’interrogativo riappare, oltre le frontiere e gli steccati ideologici. C’è chi – come Israele – respinge ogni ipotesi di negoziato; chi – come l’Italia – in molti casi ha scelto di trattare (è il caso del dialogo con i terroristi mediorientali e del sequestro Cirillo) e si è rifiutato di farlo in altri (i rapimenti di Aldo Moro e del generale Dozier).
E chi – come gli USA – in pubblico si è sempre mantenuto fedele alla linea dettata da Reagan, secondo la quale si nega ogni possibile concessione ai terroristi, salvo poi aprire trattative riservate.
Insomma, al di là delle rituali dichiarazioni di condanna, le risposte sono state le più diverse.
“Questo libro – evidenzia l’Autrice – è il frutto di un percorso di ricerca e di insegnamento degli ultimi cinque anni: alcune riflessioni sono nate e sono state condivise con gli studenti del corso Terrorism and Security in International Historyche insegno presso l’Università di Padova”.
Valentine Lomellini, Non si tratta con i terroristi, Bari, Laterza, 2024, pp. 192, € 16,00.