Borruso, L’Italia e l’Africa. Strategia e visioni dell’età postcoloniale
La fine del mondo bipolare e, sul piano interno, la dissoluzione di assetti politici e il crescente fenomeno immigratorio, aprono una stagione di forti spinte introspettive e ‘afropessimiste’.
Paolo Borruso è professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica di Milano. Studioso dell’Africa contemporanea, con particolare attenzione ai rapporti tra Europa, Italia e Africa, ha svolto le sue ricerche tra Roma, Londra e Addis Abeba, occupandosi dell’espansionismo coloniale italiano ed europeo, delle missioni cattoliche, delle sorti dell’impero etiopico lungo il ’900, dei processi d’indipendenza, dell’Africa postcoloniale e dei ruoli postcoloniali dell’Italia.
Con la qualificata casa editrice Laterza pubblica questo testo su quella proiezione unitiva che aveva animato visioni e strategie sul piano politico e a livello collettivo, isolando l’Italia e condizionando gli sviluppi di un’eredità storica di lungo periodo.
“La storia dei rapporti tra l’Italia e l’Africa – scrive l’Autore nell’Introduzione – è stata affrontata principalmente in relazione al periodo coloniale. (…) A distanza di oltre cinquant’anni da questi primi approcci innovativi, il colonialismo italiano continua a presentarsi come uno snodo centrale nei rapporti tra l’Italia e l’Africa, tale da influire sulle percezioni pubbliche e da continuare a pesare con i suoi lasciti, oltre la sua drastica fine”.
Il testo è suddiviso in 5 capitoli:
1. L’«anomalia» italiana
2. I nuovi fronti della diplomazia
3. Le proiezioni africane del cattolicesimo
4. Mobilitazione per il Biafra
5. Tra politica e solidarietà
La creazione dell’associazione euro-africana, prevista dai Trattati di Roma del 1957, è stata un’occasione per giocare un ruolo ponte e acquisire una fama inedita presso i paesi di nuova indipendenza. A interagire con queste prospettive fu anche la Chiesa cattolica.
Le aperture del Concilio Vaticano II – cui partecipò per la prima volta una visibile rappresentanza africana – e le attenzioni manifestate da papa Paolo VI con i suoi viaggi in Africa, impressero una spinta decisiva alle proiezioni africane dell’Italia. In questo quadro entrarono in gioco nuovi soggetti della società civile, come l’associazionismo cattolico e laico e le reti missionarie, che contribuirono alla maturazione, nella società italiana, di una sensibilità e di un variegato slancio solidaristico.
Tutto questo si esaurisce con il 1989.
Paolo Borruso, L’Italia e l’Africa. Strategia e visioni dell’età postcoloniale, Bari, Laterza, 2024, pp. 288, € 22,00.