Szyszko-Grzywacz, La mia vita nel gulag. Diario da Vorkuta 1945-1956
Internata nel lager di Vorkuta, nell’Estremo Nor della Siberia, dove trascorre 11 anni.
Anna Szyszko-Grzywacz nasce il 10 marzo 1923 nella parte orientale della Polonia, nella regione di Vilna (Vilnius). Entra nella resistenza nel settembre 1939 come staffetta di collegamento. Nel giugno 1941 subisce il primo arresto da parte dell’NKVD e viene rinchiusa nella prigione di Stara Wilejka. Nel luglio 1944 prende parte all’operazione «Burza» a Vilna come infermiera da campo. Dopo la presa di Vilna da parte dei sovietici i membri dell’AK, che rifiutano di arruolarsi nell’Armata Rossa, vengono arrestati e internati a Kaluga. Rilasciata, Anna Szyszko cambia identità, diventando Anna Norska, e si unisce a un’unità partigiana della foresta come tiratrice a cavallo in un gruppo di ricognizione. Arrestata dai servizi segreti sovietici nel febbraio 1945, viene reclusa dapprima a Vilna nel carcere di Łukiszki, e poi a Mosca alla Lubjanka e a Butyrka. In seguito alla condanna del tribunale militare a 20 anni di lavori forzati, trascorre 11 anni nei lager di Vorkuta. Fa ritorno in patria il 24 novembre 1956 e nel 1957 sposa Bernard Grzywacz, come lei membro della Resistenza polacca ed ex internato a Vorkuta, con cui aveva intrattenuto per anni all’interno del lager una corrispondenza clandestina. Muore a Varsavia il 2 agosto 2023, all’età di 100 anni.
La qualificata casa editrice Guerini e Associati traduce dal polacco (a cura di Luca Bernardini) e pubblica questo volume quale testimonianza al femminile sull’universo del Gulag e sugli orrori del totalitarismo sovietico.
Il testo è suddiviso in 30 capitoli.
Anna Szyszko-Grzywacz è arrestata nel 1945 a 22 anni per la sua attività nell’AK (Armia Krajowa), l’organizzazione militare clandestina polacca.
È internata nel lager di Vorkuta, nell’Estremo Nor della Siberia, per 11 anni. Nella ricostruzione dell’esperienza concentrazionaria, attraverso una descrizione vivida ed empatica delle dinamiche interpersonali tra le recluse e della drammatica quotidianità da loro vissuta, narra con semplicità e immediatezza la realtà estrema e disumanizzante del Gulag.
Una realtà dove dominano brutalità e sopraffazione e dove la sopravvivenza per le donne, esposte di continuo alla minaccia della violenza maschile, è particolarmente difficile.
Nell’orrore quotidiano raccontato da Anna Szyszko-Grzywacz trovano però spazio anche storie di amicizia e solidarietà femminile, istanti di spensieratezza ed emozioni condivise in una narrazione in cui alla paura e alla dolorosa consapevolezza della detenzione si alternano le aspettative e gli slanci di una giovane donna che non rinuncia a sperare, malgrado tutto, nel futuro.
Anna Szyszko-Grzywacz, La mia vita nel gulag. Diario da Vorkuta 1945-1956, Milano, Guerini e Associati, 2024, pp. 192, € 21,50.