Bucchi, Confidenze digitali. Vizi e virtù dell’innovazione tecnologica
Siamo ormai abituati a sentirci dare del tu dai colossi del web e dagli assistenti virtuali, e a ricevere baci e abbracci nei messaggi anche da persone che non conosciamo.
Massimiano Bucchi insegna Scienza, tecnologia e società all’Università degli Studi di Trento. Collabora con il «Corriere della Sera» e con Superquark (Rai1). Visiting professor in varie università straniere, è autore di molti libri.
Con la prestigiosa casa editrice Il Mulino pubblica questo libro partendo da situazioni concrete e da abitudini spesso inconsapevoli, aiutandoci a comprendere meglio il nostro rapporto con la tecnologia, tra vizi e virtù.
“Partendo da situazioni concrete – scrive l’Autore nell’Introduzione – che tutti noi conosciamo bene e abitudini spesso tanto diffuse quanto inconsapevoli, il volume fa emergere aspetti che caratterizzano in modo significativo il nostro rapporto con l’innovazione e più in generale la nostra epoca”.
Il testo è suddiviso in 4 parti per un totale di 24 capitoli:
PARTE PRIMA. CONFIDENZE DIGITALI
I. Confidenze digitali. Perché riceviamo tanti baci e abbracci nei messaggi, e perché colossi del web, chatbot e assistenti virtuali ci danno del tu
II. Hashtag vs screenshot. Tutto sarà dimenticato, niente sarà dimenticato
III. Aiutati che Google t’aiuta. Tutto è (o almeno sembra) a portata di mano
IV. Se guardi il telefono tu, lo faccio anch’io. Imitazione e abitudini tecnologiche
V. «You press a button, we do the rest». La pulsantizzazione delle emozioni
VI. L’era dell’insonnia? Il mito dell’attivismo perpetuo
PARTE SECONDA. IMMAGINI (E INCOMPRENSIONI) DELL’INNOVAZIONE
VII. Spostarsi in monopattino. Scendo quando voglio
VIII. La musica è finita? O forse è solo cambiata, e noi con lei?
IX. E guidarono (e pedalarono) felici e sostenibili. Auto e bici elettriche per tutti?
X. Noi, robot. Quando l’immaginazione precede la tecnologia
XI. La buona innovazione ha bisogno di tempo. Il nuoto come esempio di innovazione lenta
XII. Quando la tecnologia non funziona. «Fallire quaggiù per non fallire lassù»
PARTE TERZA. I NOSTRI ANTENATI. TENDENZE RECENTI, RADICI PROFONDE
XIII. Sempre aperti. Dal bancomat ad Amazon
XIV. Indossare la tecnologia come una seconda pelle. Dall’orologio da polso allo smartphone
XV. Vintage Tech. Le notizie della morte di una tecnologia sono spesso esagerate
XVI. Frenetici e connessi, ma non da oggi. Genealogia dell’impazienza
XVII. Dall’oralità alla scrittura e ritorno. Comunico quando mi pare e piace)
XVIII. Le stanghette degli occhiali e le notifiche. Piccoli dettagli che cambiano le nostre vite
PARTE QUARTA. VIZI E VIRTÙ DELL’INNOVAZIONE
XIX. A portata di clic. Anche la pigrizia è smart?
XX. L’invidia del selfie. Instagram secondo Aristotele
XXI. Avari ma generosi. Perché non vogliamo più pagare per leggere un quotidiano ma siamo pronti a donare soldi a Wikipedia
XXII. Innovazione e superbia. Le vittime di Google Maps e il rischio della hybris tecnologica
XXIII. Narciso da Ovidio ai social. Specchiarsi nella tecnologia
XXIV. Le virtù dell’innovazione. Prudenza, giustizia, temperanza, fortezza
“Modi di utilizzo – evidenzia l’Autore – atteggiamenti e aspettative verso l’innovazione riflettono e alimentano vizi come invidia, pigrizia, avarizia e superbia. Virtù cardinali come prudenza, temperanza, giustizia e fortezza possono contribuire a valutare e gestire con maggiore saggezza i benefici e le controindicazioni dell’innovazione”.
Massimiano Bucchi, Confidenze digitali. Vizi e virtù dell’innovazione tecnologica, Bologna, Il Mulino 2023, pp. 165, € 16,00.