Russo, Redemptions songs. La Bibbia secondo Bob Marley
Spesso la sua figura è ridotta a icona del consumo di marijuana o di una qualche vaga idea di giustizia sociale e di lotta al razzismo.
Federico Russo è un frate minore francescano; capisce che la musica, quella stessa musica per cui la passione non si era mai spenta, può essere anche un eccezionale strumento di evangelizzazione.
Con la qualificata casa editrice Àncora pubblica questo testo come un piccolo contributo per riportare alla luce una dimensione fondamentale della vita e dell’arte di Bob Marley, rimasta fino ad oggi troppo nell’ombra.
“Qualche anno fa – scrive l’Autore nell’Introduzione – mentre mi trovavo nella piazza di una cittadina toscana in occasione di una missione popolare francescana, mi capitò d’imbattermi in un gruppo di ragazzi il cui look aveva i tipici segni distintivi della cultura reggae: lunghi capelli annodati (i giamaicani li chiamano dreadlocks, alla lettera “ciocche spaventose”),sciarpe e cappelli dai colori rosso-verde-giallo (che non corrispondono alla bandiera della Giamaica, bensì a quella dell’Etiopia). Avevo con me una chitarra, per cui pensai che il modo migliore per entrare in dialogo con loro fosse quello di suonare qualche pezzo di Bob Marley. Ovviamente l’iniziativa incontrò il loro gradimento e permise di superare la diffidenza che spesso viene a crearsi in situazioni simili. Ne approfittai per dire qualcosa sullo spirito religioso che anima molte delle canzoni del re del reggae”.
Il testo è suddiviso in 11 capitoli:
1. Nel nome di Jah
2. La voce dei “sufferah”
3. No Woman No Cry
4. Rivoluzione e rivelazione
5. Il Leone di Giuda
6. Babilonia e Zion
7. I saggi e gli stolti
8. Exodus
9. Redemption Song
10. Il battesimo
11. L’ultima canzone
“Alla sua morte – evidenzia l’Autore – quando il corpo fu esposto nella camera ardente allestita nella National Arena di Kingston, la capitale della Giamaica, gli vennero collocate nelle mani una chitarra e una Bibbia. Le persone a lui più vicine sapevano che questi erano, di fatto, i due oggetti da cui non si separava mai e che gli erano più cari. Sì, oltre alla chitarra Bob portava sempre con sé anche una Bibbia, che aveva l’abitudine di leggere quotidianamente. (…) Un musicista e teologo americano, Dean MacNeil, ha voluto studiare in modo analitico i riferimenti alla Sacra Scrittura presenti nella produzione di Bob Marley, giungendo a risultati che destano una certa impressione: nelle 83 canzoni pubblicate nel periodo internazionale della sua carriera sono stati individuati ben 137 riferimenti biblici, di cui 98 vengono classificati come allusioni e 39 come citazioni letterali. Da questi numeri risulta evidente come la Bibbia fosse per Marley il principale testo di riferimento”.
Federico Russo, Redemptions songs. La Bibbia secondo Bob Marley, Milano, Àncora, 2023, pp. 108, € 14,00.